Terzo e Mondo, ovvero, la storia di un presunto privilegio che sfocia nel pregiudizio. Con questo pluripremiato cortometraggio, uscito nel 2001, Daniele Pignatelli, già autore di diversi video musicali per Fabrizio e Cristiano De Andrè e Ligabue, mette in scena un tema tanto difficile quanto poco rappresentato dalla cinematografia moderna: il divario economico, ma anche di valori, tra Nord e Sud. Senza il ricorso alla facile polemica e rimanendo ben alla lontana da qualsiasi moralismo, rinchiude "in un luogo imprecisato, chiuso da quattro altissime mura" la contraddizione tra l'avere e l'essere, tra il possedere e il desiderare invano. Tra queste "mura", coabitando gli spazi, ma non le risorse sopravvivono "Terzo" (Enrico Salimbeni) e "Mondo" (Giuseppe Battiston): il primo a rappresentare gli ultimi, gli sfortunati e i predestinati; il secondo a rappresentare i primi, il benessere materialistico, coloro che hanno da tempo terminato di sognare. Un vago ma continuo richiamo sonoro ad un lontano treno metropolitano in perenne ritardo amplifica il senso del contrasto senza mai distogliere lo sguardo dalla tensione narrativa. Sulla sommità dello "spazio" di Mondo rimane appesa una pigna, che Terzo cattura giornalmente (prima di un'alba mai rappresentata) come unico sostentamento materiale capace, però, di riempire i vuoti di una vita apparentemente monotona. Mondo, invece, rappresenta la condizione massima del benessere, ma è appunto quella semplice pigna a lui negata che lo costringe all’atroce convivenza con i limiti del possibile.
Questa sua condizione di ricerca di un limite superiore è perenne e lo costringe a dormire bendato, a rifugiare persino la propria vista onirica da un desiderio inappagato. A Mondo non rimane che ripiegare in se stesso, beffarsi della condizione di Terzo, costretto ad una vita magra, ma dignitosa e dedicarsi alla ridicola ricerca di qualcosa da aggiungere al nulla, impiegarsi in poco sensati esercizi, sia per suscitare, senza successo, invidia in Terzo, sia per accedere, invano, con stratagemmi infantili alla pigna. Mondo detiene, ma sembra non possedere in pieno, un totem (una targhetta al collo di vago sapore militare), attraverso il quale riesce a materializzare i propri desideri. Tutti tranne uno: la pigna, ovvero, la scarsa dotazione di Terzo nello spazio condiviso.
Sceneggiatura: Daniele Pignatelli. Scenografia: Laura Pozzaglio. Costumi: Silvia Bisconti. Fotografia: Alessandro Feira e Giorgia Chiosa. Montaggio: Osvaldo Bergero. Interpreti: Enrico Salimbeni e Giuseppe Battiston. Produttore: Alessandro Feira, Marcello Noera e Alberto Zabban. Origine: Italia, 2001