Stati Uniti, anni '80. In un ufficio postale un impiegato di colore spara a bruciapelo a un utente italoamericano. L'uomo viene arrestato e nella sua abitazione viene trovata la testa di una statua che ornava un ponte di Firenze. Toscana, 1944. Quattro soldati neri americani della 92^ Divisione "Buffalo Soldiers" dell'esercito (interamente composta da militari di colore) vengono isolati dai commilitoni e si ritrovano in un paesino degli Appennini dopo che uno di loro, Train, ha rischiato di morire per salvare Angelo, un bambino italiano. Costretti in quello spazio limitato, con i Tedeschi in arrivo e i superiori incapaci di comprendere le dinamiche della situazione, i quattro entrano in contatto con la vita degli abitanti del paese e con la guerra partigiana. Hanno, però, ricevuto un ordine preciso: catturare un soldato tedesco. Chi si attiva per raggiungerli vuole che questo risultato sia conseguito a tutti i costi. C'è un legame tra la statua e quegli uomini.
Nel suo nuovo film Miracolo a Sant’Anna, Spike Lee tenta la sua operazione più spericolata: uscire dai confini statunitensi per tornare a trattare il tema del rapporto bianchi/neri oltreoceano. Lo fa con un soggetto che affronta (a differenza di buona parte del cinema mainstream made in Usa) la complessità della struttura narrativa, che vuole fondere la rilettura del genere bellico con la problematica di forte impatto sociale, inserendovi elementi che vanno al di là di quella razionalità, a volte chirurgica, che ha guidato altri film del regista. Ma la complessità si colloca anche altrove: nello sguardo sulle relazioni che stavano (o, forse, stanno ancora) alla base dei due nuclei sociali. Ci sono i quattro commilitoni dalla pelle scura, che hanno vissuto in patria discriminazioni che ora vengono superate grazie al bisogno di forze armate da dispiegare in gran numero sul fronte europeo, per verificare se i “negri” possono essere utilizzati nella fanteria (oltre che nei battaglioni di lavoro in cui già operano). Questi “oggetti” di esperimento potrebbero essere facilmente liquidati sotto l'etichetta che fa riferimento al colore della loro pelle, mentre, invece, tra di loro le differenze sono profonde: c'è chi percepisce il protrarsi della discriminazione e pensa al futuro dei propri figli e chi vive alla giornata, cogliendo ciò che può essere colto. Sopra di loro si palesano le relazioni discriminatorie, cristallizzatesi in patria, dei superiori bianchi. A far da sfondo a tutto ciò è lo strano mondo della Toscana, con il paesino in cui convivono fascisti visceralmente convinti, donne pronte a sedurre e a farsi sedurre dalle novità e i partigiani. Anche lo sguardo sul mondo dei ribelli non è mai semplice. C'è chi combatte il nemico, ma sente sulla coscienza il peso di aver ucciso chi fino a poco prima era un vicino di casa ed ora sta sull'opposta barricata. Ci sono, poi, i Tedeschi, che non vengono tratteggiati con le semplicistiche tinte da attribuire al nemico fonte di ogni male, ma come persone che schierano nelle proprie file chi non sopporta l'orrore della violenza bestiale. Per dominare narrativamente questa complessità il film inserisce l'elemento miracolistico di Angelo (un bambino che non può non far pensare a La vita è bella) e questo ruolo diviene fondamentale per chiudere la vicenda e, soprattutto, per consentire il tratteggio della figura del gigante buono Train. E quella testa di statua, a cui l'oggi offre solo una consistenza di valore patrimoniale, diviene segno di memoria, di secoli di Storia, di un passato che gli Stati Uniti non hanno e che, forse, un po' invidiano a un'Italia che, troppo facilmente, tende a dimenticare le proprie radici. È un monito che ci giunge da chi ci guarda da lontano e che, nel passato, ci ha sbrigativamente etichettato come “mangiaspaghetti”: nella memoria del passato sta la forza degli individui e di un popolo.
Sceneggiatura: James McBride. Costumi: Carlo Poggioli. Musiche: Terence Blanchard. Fotografia: Matthew Libatique. Montaggio: Barry Alexander Brown. Interpreti: Derek Luke, Michael Ealy, Laz Alonso, Omar Benson Miller, Pierfrancesco Favino, Valentina Cervi. Produttore: Roberto Cicutto, Luigi Musini, Spike Lee. Distribuzione: O1 Distribution. Origine: U.S.A., 2008