Arvilla Holden ha appena perso suo marito e un amore lungo vent'anni. Francine, la sua sgradevole figliastra, reclama le ceneri del padre, un funerale tradizionale e la sepoltura di Joe accanto alla madre. Impugnato il testamento e minacciata di sfratto dalla casa coniugale, Arvilla acconsente, rassegnata, a tradire le ultime volontà del compianto e a portare in California le sue ceneri. In questo modo potrà assicurarsi la proprietà del loro nido d'amore, ma il viaggio stravolgerà le sue certezze.
A bordo di una Cadillac Bonneville e con due amiche al seguito, Arvilla attraverserà i luoghi battuti con Joe, spargendo quel che resta di lui nelle acque dolci di un lago, nel deserto del Nevada o su una pianura salata. Giunta a Santa Barbara proverà a spiegare a Francine il valore di una promessa mantenuta.
Bonneville è il titolo originale dell'opera prima di Christopher N. Rowley, è la cadillac rossa di Arvilla ed è il luogo centrale nella topologia del dramma rappresentato. Lanciata sulle strade americane, i cui lunghi rettilinei disegnano un paesaggio che si offre all'attraversamento e invoglia alla sosta, l'automobile della protagonista è un organismo capace di calore e accoglienza, lo spazio protettivo e l'unica "casa" possibile per una donna che ha perso il marito e rischia di non avere più un tetto. La voce off di Arvilla scrive alla figliastra una lettera lunga un viaggio per giustificare l'impossibilità emotiva di venire meno alla parola data all'uomo condiviso e perduto. Giocando sul terreno sottile dei sentimenti e asciugando i lacrimosi assoli di Jessica Lange, il regista americano introduce il tema della morte, dell'evocazione e della perturbazione provocata dall'incrociarsi dei fantasmi con l'esistenza dei vivi. Lontano dalle grandi autostrade il film del debuttante Rowley preferisce battere le strade marginali, dove è possibile procedere senza fretta, rallentare la corsa, fermarsi agli incroci, alle pompe di benzina e ai motel, guardare e raccontare ciò che si è visto a chi ha voglia di ascoltare e vedere. Mossa da uno spirito pionieristico, Arvilla attraversa con due bandidas mormone l'America che ha visto e sognato con il defunto marito Joe. Il paesaggio, tela panoramica di un mondo in procinto di essere "conquistato", è un anello di congiunzione eccellente con il western, il suo culto della natura, lo scontro tra il valore dell'individualismo avventuroso (incarnato da Arvilla) e il bisogno di regole su cui fondare la stanzialità e condannare come irresponsabile proprio lo spirito pionieristico (incarnato da Francine). La Cadillac di Arvilla e il truck cromato del camionista-cowboy Emmett assumono, per questa ragione, un carattere organico più che meccanico, più simili a due cavalli nel loro procedere affiancati verso l'alba o verso il tramonto. Hanno un movimento animale e, come una lunga carovana, sono diretti verso la frontiera (il Messico), la soglia in cui spettatore, mitologia ed eroi si incontrano.
Soggetto: Daniel D.Davis e Christopher N.Rowley. Sceneggiatura: Daniel D.Davis. Costumi: Sue Gandy. Scenografia: Christopher R. Demuri. Musica: Jeff Cardoni. Fotografia: Jeffrey L.Kimball. Montaggio: Anita Brandt Burgoyne. Interpreti: Jessica Lange, Kathy Bates, Joan Allen, Tom Skerrit. Produttori: John Kilker e Robert May. Distribuzione: Teodora Film. Origine: U.S.A., 2006