Giorgio ha ventidue anni e una vita normale. Studente di legge esemplare e fidanzato annoiato di Giulia, incontra Francesco, baro professionista che gioca pesante con le donne e le carte. Francesco, soccorso da Giorgio durante una rissa, invita lo studente al tavolo da gioco, rivelandogli molto presto i trucchi del mestiere. Diverse partite di poker dopo, i due ragazzi accumulano denaro e frustrazione per quella provincia, Bari, che comincia a sembrare a entrambi troppo stretta. Allontanatosi dalla famiglia e trascurati gli esami, Giorgio sviluppa una preoccupante dipendenza da Francesco che lo condurrà a Barcellona e verso un abisso di violenza e perdizione.
Il nuovo film di Daniele Vicari è la trasposizione “quasi fedele” del romanzo omonimo e celebre di Gianrico Carofiglio, magistrato e scrittore barese. I romanzi di Carofiglio abitano un contesto regionale preciso e i suoi personaggi, l'avvocato penalista Guido Guerrieri, il baro Francesco e lo studente Giorgio, diventano inseparabili dal loro ambiente. La localizzazione dei suoi “gialli” sembra inversamente proporzionata all'importanza della ricerca del colpevole: non contano più il chi, il come e il perché: lo scrittore si concentra soprattutto sul dove, cioè sulla città e i suoi luoghi. L'occhio del regista si posa su Bari in modo deciso per ottenere dalla città caratteristiche di riconoscibilità immediata e fa agire i propri attori in modo che essi mostrino gradualmente il loro vero volto, arrivando a farsi inghiottire dal dannato destino dei locali di fumo e carte.
Del testo di partenza rimane la vicenda, i protagonisti e l'ambientazione. Cambiano gli anni, si aggiungono personaggi e la vicenda di uno stupro, si annulla l'indagine di polizia e ogni presunta ambiguità. Il passato è una terra straniera è fatto di azioni e di gesti, strutturato di momenti topici, costruito con situazioni forti per dare prova di muscoli in un racconto di corruzione morale. Un film sull'identità e sull'incapacità di riconoscersi, sulla necessità di essere altri per essere se stessi, sulla bestialità dell'abuso carnale per sancire il proprio corpo e la propria diversità.
Elio Germano, che sia studente o giocatore, sembra essere arrivato lì per caso, perfetto nel suo anonimato e il film viene giocato tutto su di lui, sempre presente sulla scena, al punto da rendere il racconto come la trasfigurazione della realtà che passa attraverso i suoi occhi, buchi neri che innescano la memoria in una ricerca affannosa degli eventi accaduti e della propria identità.
Soggetto: Gianrico Carofiglio. Sceneggiatura: Francesco Carofiglio, Gianrico Carofiglio, Massimo Gaudioso e Daniele Vicari. Costumi: Francesca Vecchi e Roberta Vecchi. Scenografie: Beatrice Scarpato. Musiche: Teho Teardo. Fotografia: Gherardo Gossi. Montaggio: Marco Spoletini. Interpreti: Elio Germano, Michele Riondino, Chiara Caselli, Valentina Lodovini, Marco Baliani, Daniela Poggi, Maria Jurado, Romina Carrisi, Federico Pacifici e Lorenza Indovina. Produttori: Tilde Corsi, Domenico Procacci e Gianni Romoli. Distribuzione: O1 Distribution. Origine: Italia, 2008