I vicini di casa possono essere molto invadenti, specialmente se si tratta del Ministro della Difesa israeliano. Salma è una vedova palestinese che vive in Cisgiordania nella casa di sempre e che ha un figlio in America. La sua unica preoccupazione è la cura del giardino di limoni che ha ereditato dalla famiglia, delizia per il sostentamento, ma croce per il nuovo vicino di casa: il ministro Navon che vede negli alberi di Salma un ottimo nascondiglio per progettare attacchi terroristici. Gli alberi vanno abbattuti, ma Salma non vuole rinunciare ai suoi limoni e, con l'aiuto del giovane avvocato Ziad e il sostegno a distanza di Mira, la moglie del ministro, inizierà una battaglia legale senza fine.
Dopo aver affrontato il dramma del conflitto tra Israele e Siria nel precedente La sposa siriana, Riklis ritorna sullo stesso tema, ma cambia il punto di vista. Se prima era il matrimonio, simbolo di unione pacifica per eccellenza, a portare con sé le conseguenze tragiche di una guerra in corso, ora sceglie una discordia tra vicini di casa. E quando si vive in Cisgiordana, a due passi dal confine israeliano, non è mai solo una bega condominiale. Qui lo sguardo delle due donne antagoniste, una israeliana e l'altra palestinese, sorregge il peso della storia: Salma è una donna umile, legata radicalmente al fluire della natura, che la rincuora dandole il frutto della sua pazienza e del suo amore, mentre Mira ha abitudini occidentali, è molto curata e, come spesso accade alle mogli dei politici, si occupa di organizzare lussuose feste di ricevimento. I limoni di Salma fanno parte della sua persona, vivono nel ricordo dei genitori e del marito defunto. Nella lettera del ministro, inviata per “suggerirle” di sradicare gli alberi, è racchiusa la diversità tra i due contendenti: l'avviso è scritto in ebraico e Salma non sa leggerlo. I caratteri grafici di una lingua che la donna non parla e non sa decifrare, sono metafora di una mentalità molto diversa dalla sua. Quelle lettere che lei non sa comprendere sono il codice da interpretare per confrontarsi con l'altro (il persecutore), per arrivare ad una soluzione di compromesso, nella consapevolezza che, per onorare se stessa e le sue origini, non dovrà cedere ad alcun tipo di risarcimento. Se il giardino di limoni non esistesse più, scomparirebbe anche lei. Oltre il recinto che separa Salma, territorialmente e umanamente, dalla villa di Navon, Mira, da un punto privilegiato d'osservazione, la guarda e ne scruta i movimenti. Entrambe soffrono, tutte e due si scoprono più simili di quello che l'apparenza sembrerebbe dettare. A farle sentire vicine è un sorriso, una complicità che non ha ancora nome, una mesta solidarietà che, se trovasse lo spazio per esprimersi, umilierebbe facilmente la stoltezza della politica. Una lezione umana che il film sottolinea in ogni passaggio narrativo, con lunghi primi piani sugli sguardi delle due donne, andando a creare un filo invisibile che unisce i destini di entrambe. La costruzione del muro di Israele, il recinto del giardino di limoni, il coprifuoco che blocca la strada sono le immagini di una sceneggiatura ostinata che vuole togliere le barriere, fisiche e spirituali, di un conflitto senza fine. Il regista mostra i limiti da superare, presenta i personaggi nella loro temeraria avanzata verso una pace impossibile. Nella lunga messa in scena delle due parti in lotta, i personaggi rimangono fermi: non c'è mai un avvicinamento concreto e, ogni passo fatto in avanti, corrisponde a uno scalino verso un nuovo distacco. Anche l'affetto dell'avvocato difensore è un'altalena che gira a vuoto. La natura, nel frattempo, fa il suo corso: i limoni senza il nutrimento dell'acqua cominciano a cadere a terra per non risollevarsi più. Come Salma, vittima di un potere troppo forte che, togliendole le radici, la fa scomparire lentamente senza darle aiuti per rialzarsi.
Sceneggiatura: Suha Arraf e Eran Riklis. Musiche: Habib Shehadeh Hanna. Fotografia: Rainer Klausmann. Montaggio: Tova Ascher. Interpreti: Hiam Abbass, Doron Tavory, Ali Suliman, Rona Lipaz-Michael e Tarik Kopty. Produttori: Bettina Brokemper, Antoine De Clermont-Tonnerre, Eran Riklis e Michael Eckelt. Distribuzione: Teodora Film. Origine: Israele/Germania/Francia, 2008.